mappa celeste dei miei pensieri fragili - 2017
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore. (Ulisse di Umberto Saba)
Le nuvole sembrano a volte disegnare le mie mappe cerebrali, isole fluttuanti tra i miei pensieri.
L’encefalo, immerso nel liquor (composto per tre quarti di acqua), è quasi una terra emersa in un spazio color acquamarina.
Così il mio mare dentro, con le sue tempeste, i naufragi e i momenti di bonaccia, respira, ondeggia, si ritrae, si eleva come le maree.
Sometimes clouds seem to draw my brain maps, islands floating between my thoughts.
The brain, immersed in the liquor (composed for three quarters of water), is almost a land emerged in an aquamarine space.
So my sea inside, with its storms, shipwrecks and moments of calm, breathes, sways, retracts, rises like the tides.