Anna D'Elia
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quel che resta (2015)

Si trema a sentirci così capiti e, alla fine,
A capire, come se conoscere diventasse
La fatalità di vedere le cose troppo bene (Walles Stevens).


Il progetto propone uno dei temi più acutamente esplorati nella ricerca dell'artista: il senso del tempo.
In “Quel che resta" l'indagine investe il concetto di confine tra passato, presente e futuro, con lo sguardo poetico e onirico di chi torna alle origini per cercare il proprio destino.
Camminare tra le rovine della classicità consente di soffermarsi su “ciò che è” per meglio comprendere “ciò che è stato”.
Connaturata all'atto del guardare è la tensione a cercare “attraverso”, che accentua il desiderio di andare oltre e intravedere “quello che potrà essere”.

Le immagini individuano sovente molti piani, in forza dei quali l'osservatore si troverà a interrogarsi e a cercare quel che sopravvive ai cambiamenti, alle crisi, alle rovine.
Il lavoro è stato selezionato ed esibito nel Festival Where eagles dare in Orvieto 2015.
stampe fine art


The project offers one of the most keenly explored in research by the artist: the sense of time.
The survey invests the concept of boundary between past, present and future, with poetic and dreamy gaze of those who return to basics to find their own destiny.
Walking among the ruins of the classic allows you to dwell on "what is" to understand "what was".
Inherent in the act of looking is looking "through", which accentuates the desire to go further and catch a glimpse of "what could be".

The selected images often identify many plans, in which the observer will be questioned and look for what survives changes, crises, ruins.
The work was selected, and then exposed, at the festival Where eagles give in Orvieto 2015.
fine art prints




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